(Segue dalla prima parte) Vedi sotto: http://fortikajxuloesperantablogo.blogspot.com/2007/08/tio-i-posto-estas-skribita-preska-nur.html
B) Introduzione (Seconda e ultima parte)
A onor del vero, problemi ci sono stati anche per l’Esperanto, ma, a differenza di tanti altri analoghi esperimenti falliti, hanno prevalso le valutazioni condivise sulle rivalità, l’ideale comune sui personalismi.
Tanto è vero che nel 1905, a 18 anni dal suo celebre ”Lingvo Internacia”, Zamenhof, dopo aver discusso insieme ai più importanti sostenitori dell’Esperanto del tempo durante il primo Congresso mondiale di Esperanto tenutosi in Francia a Boulogne sur Mer, pubblica a Parigi il “Fundamento de Esperanto”, nel quale si stabiliscono una volta per tutte i criteri di base imprescindibili della Lingua Internazionale, ma anche le linee di riferimento da seguire per la sua futura evoluzione, compreso l’aspetto “sociologico” che prederà il nome di Esperantismo. Nel “Fundamento" non furono certo trascurati i criteri di stesura dei vocabolari mondiali, tutti basati sulle 5 versioni del suo “Universala Vortaro” che, come la “Gramatiko” fu scritto in cinque lingue: Polacco, Russo, Francese, Inglese e Tedesco.
La prefazione del “Fundamento de Esperanto” recita infatti:
Questa istituzione sarà la “Akademio de Esperanto”, già creata in embrione a Boulogne in quello stesso 1905;
http://it.wikipedia.org/wiki/Akademio_de_Esperanto
Conformi ai dettami del Fundamento, e facenti parte di esso, sono infatti le "Aggiunte Ufficiali" (Oficialaj Aldonoj) che, dal primo Congresso Universale ad oggi, sono state otto.
Da quel 1905 in poi, nessun convinto esperantista poteva più prescindere da tali criteri. E così è stato, seppure, come accennavo sopra, alcune brevi parentesi non proprio gloriose ci furono, per non parlare delle pagine vergognose e umilianti che qualche indegno “esperantita” scrisse durante il nazismo, ma su questo possiamo tranquillamente sorvolare.
Non per niente, l’auspicio che bisognava far prevalere lo spirito di collaborazione e di fratellanza fra tutti i popoli, e non l’odio e le divisioni, determinò la scintilla che ha fatto balenare nella testa di Zamenhof l’idea del progetto, e rappresentò il carburante necessario per far muovere in seguito la sua macchina linguistica in concomitanza con i suoi numerosi impegni in campo umanitario e pacifista. Fino alla morte avvenuta nel 1917 all’età di 57 anni.
15) Le cosiddette parole straniere, cioè quelle che la maggioranza delle lingue hanno preso da un'unica fonte, sono usate nella lingua Esperanto senza cambiamenti, solo ricevendo l'ortografia di questa lingua; ma tra diverse parole straniere formate dalla stessa radice originaria è meglio usare inalterata la parola fondamentale e formare le altre da quest'ultima secondo le regole della lingua Esperanto.
16) La vocale finale del sostantivo e dell'articolo può essere omessa e sostituita dall'apostrofo.
La "Internacia lingvo" (Lingua internazionale)
"Unua .libro" (Primo .libro) .stampato. in. russo
a Varsavia nel 1887 e pubblicato da Zamenhof
con .lo .pseudonimo. di ."Doktoro .Esperanto".
Questa volta per una comparazione e per vedere degli esempi vi rimando al seguente indirizzo:
http://it.lernu.net/kursoj/fundamento/16.php
......................................................................................................
9 commenti:
A prima vista sembra complicato, ma penso molto meno delle altre lingue.
Senza esempi e senza altre spiegazioni può sembrare complicato.
Le regole da sole non bastano, ma le ho messe per far vedere la semplicità grammaticale.
Sei andato a curiosare al sito indicato qui e a quello della prima parte?
Approfitto per dire a qualcuno che ci vuole provare (?!) di scaricare questo vocabolario in rete efficientissimo:
http://xoomer.alice.it/esperanto/
"senza accampare egoistiche pretese di paternità assoluta e inviolabile; tanto meno facendosi condizionare da assurde “gelosie”". Questo mi sembra la cosa piu' sconvolgente ...
Sì Artemisia, perché quello è stato l'atteggiamento di altri creatori di Lingue pianificate, alcune molto valide. Però poi quando doveva diventare patrimonio comune, è finito tutto in cagnara.
Tuttavia il tuo commento mi sorprende un po' e non ne capisco il senso. Solo quella frase, frutto della mia personale interpretazione di certi fatti accaduti ti ha colpito?
In proposito trovi notizie qui:
http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_artificiale
Oppure cerca qui:
http://www.disvastigo.it/
(in inglese - francese):
http://www.omniglot.com/index.htm
Oppure ancora: U. Eco: "La ricerca della lingua perfetta" Laterza, 1993
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Primo avvertimento.
Irnerio
che splendido paese il tuo!
Pensavo che l'esperanto fosse una lingua complicatissima da imparare, ed invece i rudimenti sono abbastanza semplici. O forse sei tu un bravo insegnante?
Questi boicottatori (gli stessi che sanno usare solo le armi)! Fanno credere che sia complicato, ma non c'è niente di più falso.
E' più difficile quasi, pronunciare bene i suoni delle lettere (specie quelle accentate) che tutta la grammatica.
Ma anche con la pronuncia, una volta imparata in un'ora, siamo a posto!
Non sono un bravo insegnante, forse un bravo studente... forse.
(Non c'è solo la lingua, ma anche tutta una filosofia pacifista dietro, che bisognerebbe conoscere e propagandare. Vedi:
http://www.esperanto.it/ ).
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